Gavin Rain : Lena

29 Giugno - 7 Luglio 2013
I lavori di Gavin Rain hanno una molteplicità di livelli di visione, la prima osservazione ad una distanza ravvicinata ci mostra una serie di colori puri posti in cerchi concentrici, arretrando di un passo si può cominciare ad osservare un’immagine sfumata, ma soltanto ad una certa distanza l’opera si completa e la figurazione si arricchisce di particolari mostrando la perfezione delle forme.
In occasione di Caffeina Cultura 2013 la Kyo Art Gallery presenta la mostra Lena dell’artista sudafricano Gavin Rain curata da Antonella Pisilli. Nel XIX secolo la fisiologia e la psicologia della percezione diventano il fulcro di un’attenta analisi che si fonda su basi rigorosamente scientifiche. Gli studi di Chevreul sul contrasto simultaneo e sui colori complementari vengono sviluppati dagli impressionisti e successivamente dai pointilliste Seurat e Signac; nasce così il primo movimento che abbia la necessità di porre un fondamento tra arte e scienza, le ricerche artistiche incentrate su questi concetti toccheranno l’apice negli anni ‘50 del Novecento con Max Bill, Josef Alberts e altri. Sulla questione tra arte e scienza si costruisce l’opera di Gavin Rain, che la definisce Neo-pointillism. I lavori di Gavin Rain hanno una molteplicità di livelli di visione, la prima osservazione ad una distanza ravvicinata ci mostra una serie di colori puri posti in cerchi concentrici, arretrando di un passo si può cominciare ad osservare un’immagine sfumata, ma soltanto ad una certa distanza l’opera si completa e la figurazione si arricchisce di particolari mostrando la perfezione delle forme. Questa caratteristica del suo lavoro provoca meraviglia e pone lo spettatore in una condizione di incredulità, ammirazione e stupore. Le particelle di pigmenti mescolati dal pittore sono giustapposti e in parte sovrapposti in una combinazione così complicata di addizione e sottrazione che il risultato finale si elabora a livello ottico e mentale. Tale processo che è tipico nella stampa a colori e ancor di più in quelle digitali ci chiariscono ancor meglio la scelta del soggetto in mostra, Lena. Quando le immagini digitali cominciarono ad apparire nei primi anni '70, gli ingegneri della University of Southern California (USC) che stavano lavorando sugli algoritmi di elaborazione delle immagini avevano bisogno di una buona immagine da utilizzare con le loro attrezzature da analogico a digitale. In quel momento, per caso, passò qualcuno che portava una rivista di Playboy. Nel paginone centrale c’era Lena Söderberg. Siccome la macchina aveva una risoluzione fissa di solo 100 linee per pollice, gli ingegneri strapparono il terzo superiore dell'immagine da utilizzare, tagliandola all’altezza delle spalle del soggetto. Questa scansione è diventata una delle immagini più usate nella storia del computer, con Lena che viene soprannominata la "First Lady di Internet". Gavin Rain partecipa con L’opera “Lena” alla Biennale di Venezia, 55 Esposizione Internazionale d’Arte con la mostra “Supernatural presso il Padiglione del Bangladesh.